In banca la solidarietà espansiva

Per gestire gli organici e supportare nuova occupazione giovanile. Articolo del Sole 24 Ore

Inserito il 2016-01-07 00:00:00

 

Per le banche è arrivato il momento di tirare fuori dal cassetto la solidarietà espansiva, l’ultimo degli strumenti utili per gestire gli organici - tra l’altro previsto dalla riforma del fondo di solidarietà del 2011 (si veda il Sole 24 Ore del 9 luglio 2011) - e per dare un seguito concreto all’intento di supportare l’occupazione giovanile, condiviso con il sindacato già nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del 2012. Il perché lo si trova in una misura, contenuta nella legge di stabilità per il 2016 (Legge 208/15) e fortemente voluta dall’Abi. La legge mette infatti a disposizione di imprese e lavoratori uno strumento normativo per poter «finalmente», dicono i banchieri, sperimentare la solidarietà espansiva e quindi mettere in atto quella che è conosciuta come staffetta generazionale, prevista da molti contratti, ma che ha sempre incontrato un ostacolo. In pratica il lavoratore che lo desidera - va premesso che tutto il meccanismo è su base volontaria - e magari è vicino alla pensione, ma non necessariamente, può richiedere al datore di lavoro una riduzione dell’orario e il datore, a sua volta, può così assumere per la percentuale di riduzione, un giovane.

Il lavoratore avrà in busta paga una riduzione dello stipendio proporzionata alla riduzione dell’orario. Il problema, almeno fino a ieri, era come evitare che il lavoratore avesse una penalizzazione sulla pensione. In passato non era possibile che il datore di lavoro corrispondesse i contributi anche per l’orario non lavorato, mentre adesso il lavoratore che si accordi con il datore di lavoro per una riduzione oraria potrà vedersi corrisposto oltre al salario proporzionato al nuovo orario, anche la contribuzione piena. A farlo potrà essere il datore di lavoro stesso, un ente bilaterale o un fondo come il fondo di solidarietà delle banche.

I banchieri, che per primi hanno pensato a questo strumento e da subito hanno specificato che non volevano in alcun modo pesare sulla finanza pubblica per poterlo applicare, per “ultimi” possono finalmente beneficiarne, a loro spese. Diversamente da quanto accade per altri settori dove sono state individuate convenzioni territoriali e settoriali che prevedono una contribuzione anche dalle casse pubbliche. Riportanto le lancette dell’orologio al 2011, quell’anno venne siglato da Abi e dai sindacati un accordo per la riforma del fondo esuberi che aveva previsto 4 possibilità per gestire gli organici in caso di crisi: la sezione emergenziale, l’assegno straordinario di accompagnamento in caso di cessazione del rapporto di lavoro, la solidarietà difensiva e la solidarietà espansiva. Se sui primi tre non ci sono mai stati ostacoli applicativi, l’ultimo invece ha trovato gli inconvenienti di cui sopra. Oggi superati, ma da raccordare con il fondo di solidarietà che prevedeva, per esempio l’uso della solidarietà espansiva per 48 mesi, un limite non indicato nella norma che prevede una riduzione stabile dell’orario di lavoro.

Non manca qualche perplessità. Le quattro righe dell’emendamento infatti introducono novità sulle agevolazioni contributive che non sarebbero previste per le assunzioni di giovani che vadano a compensare le riduzioni di orario con contribuzione piena. Per ogni nuovo assunto si parla del 15% della retribuzione il primo anno, del 10% il secondo anno e del 5% il terzo anno. E poi la norma esclude i soggetti a cui manchino meno di due anni al pensionamento. Anche se nelle banche chi è fino a 5 anni dalla pensione e risulta in esubero viene gestito attraverso il fondo di solidarietà che dal 2000 ad oggi ha gestito oltre 50mila uscite.


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